01 dicembre 2007

Io e il suocero – il mio lavoro [2]

Il suocero è una creatura strana per tanti versi, di solito è la suocera ad essere odiata, perché si intromette nella coppia... mentre la versione maschile di solito è solo una comparsa nell'operetta vita da sposati.... oggi vita da conviventi/accoppiati.
Di solito nell'opera ci sono le due attrici principali, lei la temuta suocera che tiene sovrano il suo ruolo da prima donna, poi la nuora che primeggia nel suo ruolo da seconda donna che aspira a usurpare il regno alla regina, dietro che cerca di tenere il passo è il genero che cerca di salvarsi se possibile da essere annientato da una o dall'altra regina... lui il suocero fa la sua comparsa solo quando c'è da inserire una figura ironica, mediatrice a volte anche buffa.

Però cari giovani coppie il caso raro esiste eccome, la classica mosca bianca che si distingue dal gruppo, il suocero che non vuole essere relegato al ruolo di comparsa, ma vuole avere un ruolo principale da primo attore e guai cercare di toglierli i riflettori, sarebbe la vostra fine.

Sfortunatamente la mosca bianca è capitata a me.
Avete visto 'ti presento i miei', ecco io sono il povero genero Greg Fotter che cerca di piacere al tremendo padre della fidanzata... che altro non è un narcisista psicopatico... credo che l'esempio del film calzi a pennello.

Devo dire che il mio di suocero non ha così ben organizzato, ma posso dire che a lingua non si fa mancare nessuna maldicenza, cattiveria gratuità, frecciatine (precisamente sono bombardate da missili terra area) e chiacchiere da cortile, effettivamente è un pettegolo di primordine.

Come già detto nel precedente post la mia mancanza maggiore per lui è non essere come le nostre tris-nonne, donne tutte casa e chiesa che vivevano per la famiglia e che poveracce avevano in testa un bosco di pini tante erano le corna subite.
Ma le mi sfortune non sono finite perché lui ha conosciuto mia madre, donna che della mamma come una volta non ha nulla, donna che non si fa domare ne comandare, donna indipendente e libera sotto ogni aspetto e che per concludere i suoi mille difetti dice in faccia ciò che pensa e ancora peggio mi ha cresciuto così.

E la generazione femminile della mia faglia non si ferma a mia madre, ma anche la nonna era una donna emancipata e fuori dagli schemi femminili di una volta tante che aveva una sua attività in proprio e ha cresciuto i figli e noi nipoti maschi e femmine come essere eguali e non diversi.

Finissero qua le mie sfortune... no io inoltre non faccio un lavoro da donna, io dovrei essere una qualsiasi impiegata che fa un lavoro da impiegata che entra in ufficio alle 8:30 massimo 9:00 ed esce alle 17:30, devo avere un posto fisso vicino a casa.
Nel mio ufficio dovrebbero essere tutte donne e possibilmente sposate con prole dove il maggio pettegolezzo da pausa caffè sono i fantastici manicaretti, il bambino che ha preso bravo sul compito e come si fa il punto croce.
Ma invece, ho un lavoro precario, ho un lavoro senza orari fissi, cartellini da timbrare, dove gli straordinari sono una gloria, dove non ci sono orari fissi, ma piuttosto elastici, dove non sono ne l'impiegata amministrativa, ne la centralinista, anzi mi occupo di coordinare il lavoro, gestire 5 persone (tutti uomini), avere rapporti con il cliente e dove ho parecchie responsabilità.

E lui in questi 8 anni non si è solo lamentato che non faccio un lavoro 'come si deve', ma più volte ha tentato di rifilarmi uno dei suoi tanto amati lavori come si deve, lavori che ho sempre garbatamente rifiutato, ma facendo capire senza velature che il mio lavoro mi piace e non ne avevo bisogno di un altro.

Lui continua a disprezzare il mio lavoro, io continuerò a farlo.

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